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MEDICINA CULINARIA

MEDICINA CULINARIA

  • Il  26 febbraio scorso, a cura dell’Asl, con la presenza della dott. Alessandra Sforza, diabetologa, si è  svolto un incontro interessante per la prevenzione del diabete presso l’Istituto Alberghiero Veronelli.
  • È possibile scaricare le ricette del Menu, al link sottostante ◇

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Dieta mediterranea come modello. Ma il tema etico avanza

Dieta mediterranea come modello. Ma il tema etico avanza

I menù Gusberti dell’AUSL: «Dieta mediterranea come modello Ma il tema etico avanza» L’aspetto etico, in chiave alimentare, «sta venendo avanti anche qui, anche se meno rispetto, per esempio alla Lombardia». E anche vero che «i menù di Ribò hanno già molto dimensionato la presenza della carne, alternata in bianca e rossa, e di alimenti di origine animale», osserva Emilia Guberti che, per conto dell’Ausl, è direttore Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione. Insomma, è colei che veglia sulla pappa comunale il cui modello guarda alla dieta mediterranea «raccomandata dalle principali agenzie sanitarie nazionali e internazionali», oltre a fare «riferimento alle linee guida della Regione» stessa. Al netto delle diete speciali che richiedono il certificato (numeri «pressoché stabili»), precisa Guberti, il trend di quelle etico-religiose ha cominciato a dare segni di incremento «quattro o cinque anni fa». Ed è altrettanto evidente che, soprattutto la dieta no bovino e no maiale oppure no bovino e maiale, è legata alla presenza di «bambini stranieri non solo di religione islamica». Basta pensare anche al tema connesso con la macellazione che non è garantita secondo le regole della religione islamica oppure ebraica. Quanto poi alle diete, per esempio la vegana o la lov (latto-ovo-vegetariana e le sue varianti), va posta massima attenzione «alle possibili carenze», dalla vitamina B12 al ferro, vitamina D e al calcio, che «una simile alimentazione comporta. Se viene consigliata — spiega Guberti — deve assolutamente essere integrata con tutti i nutrienti» che mancano all’appello. «I bambini che seguono questa dieta devono essere attentamente monitorati nella loro crescita e nel loro sviluppo generale».

Dietro al menù di Ribò, conclude la responsabile del servizio dell’Ausl, «c’è molto lavoro non solo con Ribò e con il Comune, ma anche con le scuole e i genitori perché, alla fine, l’educazione alimentare la si fa quando si mangia a mensa o quando si fa uno spuntino a metà mattina» a scuola, ma anche a casa.

Solo tu

Solo tu

Ad aggiungere un nuovo tassello alle conoscenze sulla dieta mediterranea arriva una ricerca condotta dall’Istituto di Neuroscienza del CNR insieme all’Università di Padova, apparsa su American Journal of Clinical Nutrition. Dallo studio emerge che l’adeguamento ai dettami dell’alimentazione dei nostri nonni può avere una serie di vantaggi importanti, anche in termini di prevenzione della disabilità di quadri depressivi e del dolore. l’analisi si è concentrata sulla qualità di vita di 4.470 americani. Come spiega Stefania Maggi della Sezione invecchiamento del Cnr, la valutazione è stata condotta in base al tipo di alimenti consumati con maggior regolarità nell’ultimo anno correlati con scale di misurazione della qualità di vita. I risultati sono stati sicuramente interessanti. Si è infatti osservata una prevalenza inferiore di disabilità e depressione (circa il 30 per cento in meno) in chi seguiva una dieta mediterranea, con particolari benefici correlati all’abbondante consumo di frutta, venduta, cereali, noci, olio d’oliva, alla moderata assunzione di vino, in particolare rosso, di pesce e pollo. Il motivo? Questa alimentazione avrebbe un ruolo di prevenzione dell’infiammazione e dei processi ossidativi.