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Dieta mediterranea come modello. Ma il tema etico avanza

Dieta mediterranea come modello. Ma il tema etico avanza

I menù Gusberti dell’AUSL: «Dieta mediterranea come modello Ma il tema etico avanza» L’aspetto etico, in chiave alimentare, «sta venendo avanti anche qui, anche se meno rispetto, per esempio alla Lombardia». E anche vero che «i menù di Ribò hanno già molto dimensionato la presenza della carne, alternata in bianca e rossa, e di alimenti di origine animale», osserva Emilia Guberti che, per conto dell’Ausl, è direttore Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione. Insomma, è colei che veglia sulla pappa comunale il cui modello guarda alla dieta mediterranea «raccomandata dalle principali agenzie sanitarie nazionali e internazionali», oltre a fare «riferimento alle linee guida della Regione» stessa. Al netto delle diete speciali che richiedono il certificato (numeri «pressoché stabili»), precisa Guberti, il trend di quelle etico-religiose ha cominciato a dare segni di incremento «quattro o cinque anni fa». Ed è altrettanto evidente che, soprattutto la dieta no bovino e no maiale oppure no bovino e maiale, è legata alla presenza di «bambini stranieri non solo di religione islamica». Basta pensare anche al tema connesso con la macellazione che non è garantita secondo le regole della religione islamica oppure ebraica. Quanto poi alle diete, per esempio la vegana o la lov (latto-ovo-vegetariana e le sue varianti), va posta massima attenzione «alle possibili carenze», dalla vitamina B12 al ferro, vitamina D e al calcio, che «una simile alimentazione comporta. Se viene consigliata — spiega Guberti — deve assolutamente essere integrata con tutti i nutrienti» che mancano all’appello. «I bambini che seguono questa dieta devono essere attentamente monitorati nella loro crescita e nel loro sviluppo generale».

Dietro al menù di Ribò, conclude la responsabile del servizio dell’Ausl, «c’è molto lavoro non solo con Ribò e con il Comune, ma anche con le scuole e i genitori perché, alla fine, l’educazione alimentare la si fa quando si mangia a mensa o quando si fa uno spuntino a metà mattina» a scuola, ma anche a casa.

Solo tu

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Ad aggiungere un nuovo tassello alle conoscenze sulla dieta mediterranea arriva una ricerca condotta dall’Istituto di Neuroscienza del CNR insieme all’Università di Padova, apparsa su American Journal of Clinical Nutrition. Dallo studio emerge che l’adeguamento ai dettami dell’alimentazione dei nostri nonni può avere una serie di vantaggi importanti, anche in termini di prevenzione della disabilità di quadri depressivi e del dolore. l’analisi si è concentrata sulla qualità di vita di 4.470 americani. Come spiega Stefania Maggi della Sezione invecchiamento del Cnr, la valutazione è stata condotta in base al tipo di alimenti consumati con maggior regolarità nell’ultimo anno correlati con scale di misurazione della qualità di vita. I risultati sono stati sicuramente interessanti. Si è infatti osservata una prevalenza inferiore di disabilità e depressione (circa il 30 per cento in meno) in chi seguiva una dieta mediterranea, con particolari benefici correlati all’abbondante consumo di frutta, venduta, cereali, noci, olio d’oliva, alla moderata assunzione di vino, in particolare rosso, di pesce e pollo. Il motivo? Questa alimentazione avrebbe un ruolo di prevenzione dell’infiammazione e dei processi ossidativi.

Fai il bravo con la dieta mediterranea e campi a lungo: il 12 al Pianeta decolla la salute!

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La dieta mediterranea non è solo il modello alimentare migliore per prendersi cura della propria salute e dell’ambiente, ma potrebbe essere anche “l’elisir di lunga vita” che tutti cercano. Lo sostiene il Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) citando uno studio scientifico che ha mostrato come scegliere questa dieta possa incidere in maniera determinante anche sulla longevità, con un impatto che può essere paragonabile a quello che si osserva tra fumatori e non fumatori. Un’alta aderenza a questa dieta, rispetto a chi adotta altri modelli alimentari, può tradursi in circa 4,5 anni di aspettativa di vita in più senza contare che una dieta nutrizionalmente corretta può anche ridurre l’impatto ambientale.

Un binomio, quello tra salute e sostenibilità, che può sintetizzarsi nella ‘Doppia Piramide Alimentare Ambientale’, presentata in anteprima nella nuova versione, a pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell’Alimentazione che si terrà il 16 ottobre, dal BCFN.

La Doppia Piramide sarà uno dei temi discussi al 7° Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione, che si terrà a Milano il prossimo 1 dicembre.

Per quanto riguarda la sostenibilità, in Europa c’è da ricordare che la produzione di cibo è l’attività dell’uomo che contribuisce di più al cambiamento climatico (31%), superando il riscaldamento degli edifici (23,6%) e i mezzi di trasporto (18,5%). “L’attuale sistema agroalimentare è fondato su un’errata percezione del valore del cibo e su una visione miope di come debba essere prodotto e consumato. Finora non si è tenuto conto della scarsità delle risorse naturali – acqua, terra e aria – e dei danni arrecati dalla malnutrizione e per questo tutti noi siamo chiamati a dare il nostro contributo, anche piccolo, partendo dalle scelte alimentari che facciamo. Adottare un modello come la Dieta Mediterranea, seguendo i principi della Doppia Piramide, può essere una soluzione”, ha spiegato Luca Virginio, Vice Presidente di BCFN.

Il BCFN ha anche identificato alcune località al mondo identificate come ‘Luoghi della longevità’ dove la popolazione vive più a lungo della media e l’incidenza di malattie cardiache è molto bassa. Per l’Italia c’è la Sardegna. Le popolazioni di questi luoghi hanno alcuni tratti comuni: dieta vicina al modello mediterraneo, attività fisica quotidiana, atteggiamento positivo nei confronti della vita, convivialità.

Per saperne di più ti aspettiamo il 12 novembre al Centro Commerciale Pianeta di via Larga a Bologna con AGD per la Giornata Mondiale del Diabete.